A New York il primo registro di "maltrattatori" di animali: servirà anche agli umani

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Il 4 Febbraio 2014 il New York City Council ha approvato all'unanimità la creazione di un registro ufficiale di "maltrattatori di animali". Chi ha subito una condanna per maltrattamento non potrà più adottare animali, comprarli, né aprire un allevamento o un rifugio. Non gli sarà permessa nessuna attività lavorativa connessa in qualche modo al mondo animale.

Ovviamente gli animalisti esultano. Ma dovrebbero farlo anche coloro a cui gli animali interessano poco o nulla, perché se trascurare il randagismo è segno di inciviltà e sfruttare e venire meno a regole igieniche negli allevamenti un atto di illegalità, torturare un animale è un chiaro segno di disagio mentale e sociale, finora trascurato. 
Non è quindi soltanto per animalismo che si sono mossi grossi pezzi politici americani di tutte le fazioni: le commistioni della criminalità organizzata con il mondo delle scommesse e dei combattimenti si sta allargando sempre più al commercio illegale di ogni tipo di animali, compresi quelli allevati in condizioni spaventose, non controllati e poi immessi sul mercato alimentare. 
Anche la tortura fine a sé stessa, soprattutto di animali compagnia, è purtroppo in aumento nei civilissimi paesi occidentali: questo è un campanello d'allarme su una forma di violenza considerata "minore" ma che potrebbe sconfinare altrove e che fino ad ora non era stata valutata con sufficiente attenzione.
A fianco del registro "criminale" che per ovvie ragioni non può essere pubblico, vi sarà un registro più generico di "non adatti all'adozione" consultabile da tutti: inserendo pochi dati di chi richiede un animale in acquisto o in adozione, si potrà sapere se è considerato "non idoneo", senza ulteriori informazioni. L'idea nasce dall'esperienza di una piccola contea americana, dove il recupero e il trattamento di animali maltrattati che è stato necessario effettuare nelle singole abitazioni di privati cittadini, in un solo anno, è costato milioni all'intera comunità. Molti di questi cittadini erano poi risultati indigenti, malati e anziani, oppure con problemi psichiatrici, come una grave depressione. 
Ora si potrà avere uno storico dei comportamenti di queste persone, evitando che si procurino un altro animale, ma anche organizzando assistenza di vario genere se ne hanno bisogno. 
Dal punto di vista più generale, i registri consentiranno di seguire meglio alcuni flussi criminali, ma anche d'individuare precocemente le aree più depresse socialmente ed economicamente, che prima ancora di diventare socialmente pericolose, si "autosegnalano" proprio con un aumento progressivo della frequenza di certi comportamenti, come il consumo di alcool, droga, prostituzione, consumo di cibo di bassa qualità, maltrattamento minorile. Il maltrattamento di animali si aggiunge ora a questa lista di "indicatori" e diventerà presto uno dei fattori su cui si valuta la qualità della vita, anche dei paesi esteri, proprio perché collegato al benessere psicologico e sociale di una comunità. 
Negli Stati Uniti la convenienza e l'equità di questa iniziativa è diventata molto popolare e si sta velocemente diffondendo. Per nulla trascurabile il risparmio di risorse economiche e la creazione di nuovi posti di lavoro con mansioni ad hoc: fino ad adesso gli interventi erano stati genericamente assegnati alle unità di emergenza, spesso costrette a intervenire più volte e per lo stesso motivo, sempre nelle stesse abitazioni.  

Rep. Harvey Santana (D-Detroit), former ALDF Clerk Renee Edmondson, and ALDF Director of Legislative Affairs Chris Green all testifying on behalf of the Michigan ICHAT legislation.
http://aldf.org/blog/nyc-creates-city-wide-animal-abuser-registry/

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