Raising Mercury

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Nessuno sa cosa sia successo a Settembre del 2013, in un prato, a un gattino tigrato appena nato. Forse è passata una falciatrice. Rimane comunque difficile capire come possa avere amputato le zampe anteriori e parte di una zampa posteriore di questa creatura, lasciandola viva.

Mercury (il nome si deve alla passione per il cantante dei Queen della famiglia americana che lo ha adottato) non è stato soppresso, come era stato consigliato anche dal più gentile dei veterinari: è sopravvissuto anche all'allattamento artificiale. È stato recuperato non soltanto da gente di buon cuore, ma da persone che di esperienza di gatti ne hanno in abbondanza. Senza sapere come se la sarebbe cavata, queste persone si sono limitate ad accoglierlo e a lasciarlo libero di sviluppare capacità alternative per muoversi, determinate ad aiutarlo anche se fosse stato completamente non autosufficiente.
Ora Mercury è grande, ha un caratterino pepato ed è stato soprannominato T-Rex, per il suo modo di bilanciarsi sulle zampe posteriori, nonostante una di queste abbia un dito solo. La coda di Mercury si è sviluppata in lunghezza e fa da bilanciere quando lui salta, come un canguro. Per un quadrupede, con la schiena lunga e la testa anteriorizzata, si tratta di una delle posizioni più faticose, ma questo non scoraggia questo gatto giovane e indipendente, che ama le coccole ma anche esplorare, e che si è guadagnato un posto nella famiglia di umani, tra camicie sparse, cani, cuccioli poppanti recuperati che vanno e vengono.

Le sue movenze particolari, il suo strisciare sul petto, riposare spesso la schiena con strani dondolamenti e il suo sapere usare la vasca della sabbietta, saltare e giocare, gli hanno permesso di guadagnare decine di migliaia di fan su Facebook in pochi mesi, con una pagina aperta per condividere un percorso commovente e interessante, ma anche di grande responsabilità: Mercury non potrà avere delle protesi, forse un cuscino per il petto, forse qualche università di ingegneria bionica farà per lui qualcosa di speciale.
Rimane il fatto che Mercury tutto questo non lo sa, non sa che quando ha dovuto affrontare l'ennesima operazione, perché l'osso del moncherino continuava a crescere e la pelle no, e lui dopo l'anestesia ha avuto la febbre ed è stato riportato d'urgenza dal veterinario, c'erano 5000 persone ad attendere sue notizie col fiato sospeso. Tutti sanno ora qual'è il suo cibo preferito e che lui quando ha la febbre ringhia e crede di essere un felino pericoloso, come qualunque altro.
Migliaia di persone lo guardano avvicinare con fastidio e sospetto i nuovi gattini sperduti portati a casa, compiono pellegrinaggi per andarlo a trovare presso le fiere in cui viene esibito a scopo benefico, per sensibilizzare l'opinione pubblica.
Lui fa la sua vita, senza pensare alla sua fortuna o alla sua sfortuna.
Sono gli umani che ridono, piangono, assorbono coraggio, interpretano, fanno centinaia di domande.
Ed è al suo umano, una volta tanto, che oggi penso: un signore ribusto con gli occhiali e una casa tanto disordinata e piena d'amore, felicità e calma coraggiosa, che coccola ruvidamente ogni animale protetto da lui. È lui che io invidio. A volte gli umani, sono più fortunati di qualunque gatto fortunato. Ma sono pochi.
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